Matteo Salvini è il nuovo ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile. Nel programma di Matteo Salvini per l’automotive c’è un referendum per chiedere agli italiani un’opinione sullo stop alla vendita di vetture nuove benzina e diesel entro il 2035 in Europa. Mossa che però non potrà passare attraverso un referendum: trattandosi infatti di un regolamento europeo e non di una direttiva, risulta difficile l’idea di lanciare un referendum abrogativo, in quanto l’articolo 75 della Costituzione sancisce che tale strumento non si può utilizzare per discutere su temi relativi ai trattati internazionali.

“I geni dell’Europa hanno approvato una norma che è una follia”, aveva dichiarato poco prima della fine della campagna elettorale. “Significa distruggere il settore dell’auto in Italia, significa licenziare a Torino per dare lavoro a Pechino”. Del resto tutta la Lega è sempre stata molto scettica nei confronti della transizione all’elettrico. Il collega di partito di Salvini, Giancarlo Giorgetti, ha sempre inserito anche le auto diesel e benzina negli eco incentivi, a differenza di quanto fatto negli altri principali Paesi europei. Negando all’auto a batterie qualsiasi precedenza. Sbandierando lo slogan di “neutralità tecnologica“. Porte aperte a tutte le soluzioni. Compreso l’idrogeno, il metano e ancora benzina e gasolio.

La transizione passa per lo Stretto
Nel programma di Matteo Salvini per l’ automotive c’è anche il ponte sullo stretto di Messina. A pochi minuti dalla nomina come ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, il vicepremier ha dichiarato: “il ponte sullo stretto è tra i miei obiettivi. Se dopo 50 anni faremo partire il cantiere e i lavori, sarà un grande passo avanti per l’ingegneria nel mondo”. Il ponte sullo stretto è un cavallo di battaglia del centrodestra, con Silvio Berlusconi come fautore principale negli anni. Non si tratta, però, di un progetto di facile realizzazione.

Nel programma di Matteo Salvini per l’ automotive c’è anche il ponte sullo stretto di Messina. A pochi minuti dalla nomina come ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili, il vicepremier ha dichiarato: “Il ponte sullo stretto è tra i miei obiettivi. Se dopo 50 anni faremo partire il cantiere e i lavori, sarà un grande passo avanti per l’ingegneria nel mondo”. Il ponte sullo stretto è un cavallo di battaglia del centrodestra, con Silvio Berlusconi come fautore principale negli anni. Non si tratta, però, di un progetto di facile realizzazione. L’area resta ancora oggi altamente sismica. Ma non è solo questo il problema, visto che un ponte come quello sullo stretto di Messina creerebbe sì moltissimi posti di lavoro, ma comporterebbe costi esorbitanti.
