Il 2035 è una data cruciale per il futuro dell’industria automobilistica europea, ma il suo destino è incerto, influenzato dagli sviluppi politici e dalle elezioni europee del 2024. Diverse voci suggeriscono che ci potrebbe essere un ripensamento sui tempi e le modalità del bando alle vendite di auto diesel e benzina, fissato per il 2035.
Andrea Montermini di Efeso Management Consultants ritiene che l’industria automobilistica non sia contraria al cambiamento, ma auspichi un approccio tecnologicamente neutrale che includa non solo l’elettrico, ma anche l’idrogeno, i biocarburanti e i carburanti sintetici.
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Le case automobilistiche occidentali hanno già investito massicciamente nelle auto elettriche, ma una frenata del processo consentirebbe di esplorare altre opzioni. La crescita delle vendite di auto elettriche sta rallentando e dipende molto dagli incentivi governativi. Inoltre, la concorrenza cinese rappresenta una minaccia significativa per l’industria automobilistica europea, un importante datore di lavoro del continente.
In Cina sono previsti il lancio di 110 nuovi modelli elettrici nei prossimi mesi, e secondo Montermini, la battaglia sulle auto elettriche di massa è praticamente persa per l’Europa, a meno che non si dia all’industria europea il tempo di trovare alternative tecnologiche efficienti. Tuttavia, i dazi sulle importazioni di vetture elettriche dalla Cina non rappresentano una soluzione a lungo termine: potrebbero offrire un sollievo temporaneo, ma non risolverebbero il problema strutturale.
Una possibile strategia potrebbe essere l’estensione del termine per le auto ibride, insieme allo sviluppo dell’idrogeno e dei carburanti alternativi. Questo approccio permetterebbe di tener conto delle diverse esigenze degli utenti: l’elettrico potrebbe non essere la soluzione migliore, anche dal punto di vista ambientale, per chi percorre pochi chilometri all’anno.