Le prossime settimane si preannunciano cruciali per il futuro dell’industria automobilistica in Europa, con due questioni di rilievo che dominano l’agenda:
Retrocessione sulla fine delle vendite di auto a benzina e diesel
L’Europa potrebbe essere sul punto di una possibile retromarcia riguardo alla data fissata per porre fine alla vendita di auto a combustibili tradizionali entro il 2035.
Questo potrebbe essere influenzato dalle elezioni europee e da altre considerazioni politiche ed economiche, poiché l’industria automobilistica si adatta alla transizione verso veicoli più ecologici.
Indagine anti-dumping contro gli incentivi cinesi per i veicoli elettrici
L’Unione Europea sta conducendo un’indagine per valutare se gli incentivi finanziari concessi dalla Cina all’industria automobilistica locale costituiscano una forma di dumping, che potrebbe danneggiare i costruttori europei. Questa indagine potrebbe portare all’applicazione di dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina, influenzando significativamente il commercio e le relazioni bilaterali.
L’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e l’omologo francese Emmanuel Macron durante il 60º anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due paesi ha messo ulteriormente in luce l’importanza e la complessità delle relazioni tra Europa e Cina, specialmente nel settore automobilistico. Questi sviluppi potrebbero plasmare il futuro della transizione dell’auto nel Vecchio Continente e avere ripercussioni su scala globale.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiarito la determinazione dell’Europa nel difendere le proprie aziende ed economie dagli effetti negativi degli squilibri commerciali con la Cina. Durante l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping, von der Leyen ha espresso preoccupazione per i prodotti cinesi sovvenzionati, come i veicoli elettrici e l’acciaio, che stanno invadendo il mercato europeo.
Ha sottolineato anche la necessità che la Cina affronti le sovracapacità strutturali nel suo settore manifatturiero, che causano distorsioni nel mercato globale. Inoltre ha chiarito che l’Europa non esiterà a proteggere i suoi interessi economici, e che si coordinerà con altri Paesi, inclusi quelli del G7 ed economie emergenti, per affrontare le sfide derivanti dalle pratiche commerciali cinesi.
Queste dichiarazioni evidenziano la determinazione dell’Europa nel garantire un commercio equo e bilanciato con la Cina e nel proteggere le proprie industrie da pratiche commerciali sleali.
Dazi a partire dal 2024?
L’intervento del vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, conferma che ci si può aspettare l’applicazione di dazi punitivi prima della pausa estiva, come risposta alle sovvenzioni elargite dalla Cina alle case automobilistiche locali.
Le mosse preliminari potrebbero avvenire già a maggio, mentre le decisioni definitive potrebbero essere prese entro novembre. Questi dazi aggiuntivi sono pensati per compensare le differenze nell’import-export tra Europa e Cina, poiché i costruttori europei sono soggetti a tasse più elevate rispetto ai loro omologhi cinesi.
L’eventuale applicazione di questi dazi potrebbe spingere le case automobilistiche cinesi a stabilire nuove fabbriche in Europa per evitare tali tasse. BYD, ad esempio, ha annunciato un impianto per auto elettriche in Ungheria, mentre altri Stati membri dell’Unione Europea stanno cercando di attrarre investimenti cinesi nel settore automobilistico.
Il ministro francese Bruno Le Maire ha accolto favorevolmente tali progetti industriali, dichiarando che l’industria automobilistica cinese è benvenuta in Francia, mentre altri paesi come l’Italia, che hanno cercato di attrarre investimenti da parte di BYD, potrebbero essere esclusi, spingendo il costruttore cinese a valutare alternative in Spagna, Francia, Germania o in altri paesi europei.