La BMW al CES 2023 presenta i Vision Dee, futuribile berlina di medie dimensioni con un nuovo linguaggio di design essenziale. Il nome “Dee” è l’acronimo di Digital Emotional Experience, che sta a significare la presenza di diverse particolarità tecnologiche.
Più digital di così non si può. Eppure, sulla plancia di quest’auto non c’è traccia di un display o di un quadrante. Sembra strano, vero., e invece tutto ha perfettamente senso. Lo schermo dell’infotainment è costituito dal parabrezza e anche dai finestrini laterali, come pure alcune parti della carrozzeria possono trasmettere animazioni, grafiche o scritte. L’integrazione del digitale, insomma, qui è totale. A partire dal 2025, questa innovazione sarà disponibile nei modelli della Neue Klasse. “Con la Bmw i Vision Dee, mostriamo cosa è possibile fare quando hardware e software si fondono.”
Tecnologia mai vista!
Ma soprattutto la BMW i Vision Dee è significativa perché con essa la casa di Monaco vuole anticipare alcuni concetti tecnici e di stile che vedremo sul modello di serie da essa derivato, previsto nel 2025. Si tratterà di una vettura elettrica dai contenuti molto avanzati. Una pellicola di carta elettronica del partner del Bmw Group, E Ink, viene applicata alla carrozzeria per creare questo magico spettacolo di colori. E’ possibile visualizzare fino a 32 colori.
Utilizzando i sensori shy-tech sul cruscotto, i clienti possono decidere la quantità di contenuti digitali che vogliono vedere. Si passa dalle informazioni relative alla guida, ai contenuti del sistema di comunicazione, alle proiezioni in realtà aumentata, fino all’ingresso in mondi virtuali. La proiezione per l’intera larghezza del parabrezza consente di visualizzare le informazioni sulla superficie più ampia possibile, che diventa un display solo quando viene attivata.
Esteticamente la BMW i Vision Dee si presenta come una vettura dalle linee semplici ed essenziali, che ricordano vagamente quelle della storica berlina BMW 1600 del 1962 (nota anche come Neue klasse, guarda caso) e della coupé 1600-02 del 1966. I fari e la mascherina a doppio rene chiusa sono inoltre “interattivi” poiché, avendo la possibilità di visualizzare diverse espressioni facciali, possono interagire con gli utenti della strada (la vettura può esprimere visivamente stati d’animo come gioia, stupore o approvazione.