Le auto elettriche cinesi fanno sempre più parte del mercato italiano ed europeo. La Commissione europea sta valutando l’ipotesi di imporre dazi più alti per le automobili importate dalla Cina per tutelare le case automobilistiche comunitarie, già impegnate nello sforzo di adeguarsi allo stop alle auto a diesel e benzina previsto per il 2035.
Nonostante la massiccia produzione di auto elettriche, in Cina si fa ancora largo consumo di carbone per la produzione energetica. Consumo che cresce, se consideriamo che dal 2021 al 2022 è quadruplicato. Quindi, anche se alla fine della catena esce un veicolo che non inquina, quelle di CO2 emesse per la sua costruzione sono altissime.
Auto Elettriche Cinesi
La Commissione europea ha annunciato l’apertura di una indagine anti-dumping. Il dumping è una pratica di vendita in perdita fatta per mettere in difficoltà i concorrenti. Le preoccupazioni sono state esplicitate chiaramente davanti al Parlamento europeo dalla presidente von der Leyen: “I mercati globali sono invasi da auto elettriche cinesi particolarmente economiche. Il loro prezzo è tenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali e questa provoca distorsioni di mercato. L’Europa è aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso”. L’avvio di quest’indagine si deve anche alle pressioni del governo francese, convinto che che i produttori cinesi di auto elettriche pratichino prezzi anormalmente bassi per conquistare il mercato europeo.
Oggi le case automobilistiche cinesi non hanno ancora conquistato una quota di mercato importante in Europa, ma le idee espansionistiche delle case automobilistiche di Pechino potrebbero presto cambiare le carte in tavola. Secondo i dati raccolti dalla China Passenger Car Association, le esportazioni delle auto cinesi sono aumentate del 31% ad agosto. Secondo la Commissione, poi, la quota di veicoli elettrici cinesi venduti nell’Unione europea è salita all’8% e potrebbe quasi raddoppiare nel 2025. Il tutto a prezzi in media più bassi del 20% rispetto a quelli praticati dai concorrenti europei