Nella fantastica cornice dello Sheraton Hotel in Roma, il colosso tecnologico BYD ha presentato la sua prima auto ibrida plug-in nel mercato europeo e italiano. Pur producendo auto plug-in dal 2008 in Cina, BYD si era fino ad oggi presentato al nostro pubblico con una gamma di auto BEV completamente elettriche. Ultima proprio il SUV segmento D, Seal U.
A partire da questa estate, invece i clienti europei potranno optare anche per la versione ibrida BYD Seal U DM-i, che offre lo stesso piacere di guida elettrico della sorella, ma senza l’ansia da ricarica dei viaggi più lunghi.
Il nome Seal U è frutto della filosofia Ocean Aesthetic tipica di BYD. Le linee esterne della vettura, infatti ancora una volta richiamano il tema delle onde del mare, con uno stile che ricalca i gusti asiatici. Lunga 4,77 metri, presenta linee morbide e sinuose che nonostante la notevole massa, rendono la vettura slanciata ed efficacemente aerodinamica. Si distingue dalla sorella elettrica la calandra frontale, dove figurano, vista la presenza del motore termico, le prese d’aria anch’esse a tema marino. Vista da davanti, in effetti i baffi delle feritoie somigliano molto ai baffi delle foche da cui la vettura prende il nome. Iconiche sono anche le goccioline rappresentate all’interno dei gruppi ottici anteriori. Discreto il bagagliaio da 425 litri di capienza.
L’interno offre ottima abitabilità, merito della piattaforma su cui è costruita, la nuova E-Platform 3.0. Quest’ultima prevede che la batteria sia integrata completamente nella scocca, anzi risulti parte strutturale di essa. Batteria con struttura a lame, chicca tecnologica dell’azienda cinese, che per questa vettura ibrida è stata opportunamente riprogettata. Nella Blade Battery, in effetti, con la sua struttura a nido d’ape, ogni cella funge da elemento strutturale per resistere alle sollecitazioni. Inoltre, essendo integrata nella scocca, conferisce una migliore rigidezza all’intero veicolo. BYD utilizza batterie con chimica LFP Litio-Ferro-Fosfato, più economiche, più resistenti e soprattutto più sicure.
A bordo si respira una qualità costruttiva che non ci saremmo mai aspettati da un’azienda cinese sbarcata da poco nel nostro mercato. Tanta la tecnologia, sia a livello di guida, con la presenza di tutti gli assistenti di guida autonoma di livello 2 e l’head-up display, sia a livello di infotainment, dove spicca un ampio display da 15,6 pollici che può essere ruotato a piacimento sia in verticale che in orizzontale. I sedili in pelle vegana sono riscaldi e ventilati, con poggiatesta integrato nello schienale a formare un unico corpo. Piacevole l’illuminazione lounge e caratteristico il selettore di marcia sul tunnel centrale in finitura trasparente simil vetro.
La tecnologia Super DM-i privilegia la guida in elettrico. Pur trattandosi di un veicolo ibrido infatti, la propulsione della vettura risulta essere elettrica per il 90 percento del tempo. Il sistema è costituito da un doppio motore elettrico (150 kW all’anteriore e 120 kW al posteriore), nella versione Design che abbiamo provato, e da un motore termico quattro cilindri turbo benzina da 1.5 litri a ciclo Miller sviluppato in casa, che produce 96 kW/128 CV. La versione Boost invece è a trazione anteriore e adotta un motore termico da 1,5 litri aspirato a ciclo Atkinson che produce 72 kW/96 CV abbinato ad un motore elettrico da 145 kW/194 CV. Entrambe le versioni adottano una Blade Battery da 18,3 kW/h, che permette una percorrenza in elettrico puro di 80 km per la Boost e di 70 km per la Design.
A batteria carica, si può optare per la modalità completamente elettrica (EV) ed è la modalità che vi consigliamo soprattutto per la guida urbana. Le ruote sono azionate al 100% dal motore elettrico con il motore termico in stand-by. Quando la carica della batteria scende al di sotto dello stato di carica impostato dall’utente, la guida passa in modalità ibrida (HEV) ed interviene il motore termico. Interviene in serie per la maggior parte del tempo, fungendo da generatore per caricare la batteria, mantenendo la trazione elettrica, massimizzando così l’efficienza del veicolo e l’autonomia. Interviene in parallelo, qualora si richieda maggiore potenza, in fase di sorpasso o in autostrada, trasferendo coppia alle ruote insieme al motore elettrico. E’ questa la modalità “a piena potenza” che produce un’accelerazione rapida e reattiva. 0-100 Km/h in 5,9 secondi.
Il tutto viene gestito molto intelligentemente dall’elettronica della vettura, DM-i sta per Dual Mode Intelligente, al fine di migliorare i consumi di carburante. Si possono percorrere oltre 800 km con un pieno. Ricarica rapida, dal 30% all’80% in soli 35 minuti e tecnologia V2L completano la dotazione.
Abbiamo provato la versione Design AWD da 324 CV complessivi e 550 Nm di coppia massima. Le accelerazioni risultano divertenti, merito dello spunto dell’elettrico che in effetti è sempre presente. Il setup sospensivo è settato sul comfort e nonostante avessimo impostato freno e carico sul volante in modalità sport, la vettura è rimasta sempre abbastanza morbida. In ingresso curva, pur tenendo bene la strada, si percepisce un po’ troppo rollio e sul dritto a velocità sostenute tende a molleggiare sugli avvallamenti della strada. Insomma, la guida sportiva non è nelle sue corde. Ottimo invece il comfort di marcia.
I prezzi vanno dai 39.800 € della versione Boost singolo motore a trazione anteriore, ai 47.800 € della versione Design con doppio motore AWD. BYD, con questa vettura ibrida plug-in, sicuramente più appetibile per la maggior parte delle persone rispetto a un’ elettrica pura, sarà una bella gatta da pelare per l’industria automobilistica europea.
Sono uno studente di ingegneria meccanica con una forte passione per il motorsport e l’automotive. Ho fatto parte di un team di Formula SAE, contribuendo alla progettazione e realizzazione di una monoposto da competizione. Membro del reparto powertrain e tecnico di cella motori, ho avuto esperienza anche come pilota.