Il futuro è nell’elettrico. Così parlano i dati degli studi che analizzano i trend evolutivi del mercato automobilistico nel prossimo futuro. Si parla di pochi anni per uno scenario che cambierà sempre più velocemente, fino a portare alla scomparsa del diesel e alla progressiva affermazione delle auto elettriche. A mettere i puntini sulle i è il Global Automotive Outlook 2018, uno studio condotto tutti gli anni sull’industria automobilistica da AlixPartners, società di consulenza internazionale. Nel dettaglio sono stati analizzati i bilanci di 300 aziende, tra case automobilistiche e fornitori, e i risultati parlano chiaro: l’Europa cresce nel settore delle auto elettriche, anche se troppo lentamente in confronto ad esempio alla Cina.
In Italia sarà necessario prima di tutto lo sviluppo di infrastrutture ad hoc e la valorizzazione di quelle già esistenti e poi degli investimenti cospicui, come negli altri paesi che hanno lo stesso obiettivo in termini di elettrificazione. Secondo Giacomo Mori, Managing Director di AlixPartners in Italia, “Per gestire l’elettrificazione del settore, l’industria automobilistica sarà costretta a investire 255 miliardi di dollari nei prossimi 8 anni in tutto il mondo. Mediamente 10 volte di più di quanto non abbia fatto negli ultimi 8 anni.”
E se la Cina farà la parte da leone con il 4% di crescita annuale, anche l’Europa non starà a guardare. Non dovrà farlo, perchè ad oggi -dati 2017- solo un esiguo 1,6% annuo attiene all’Europa, il che si traduce in Italia con una crescita troppo lenta. Una crescita inevitabile e inesorabile con dati però troppo bassi: si vendono tra le 15 e le 20 mila auto elettriche all’anno, troppo poche per incidere in modo sensibile sul panorama automobilistico.
La nuova era delle auto elettriche comporterà il declino delle auto a benzina in generale e dei diesel in particolare, il che comporterà un aumento delle emissioni di CO2. A questo punto le vetture elettriche a batteria saranno la soluzione migliore per sostituire le Diesel di piccola e media cilindrata, anche se ad oggi i costi sono ancora molto elevati per i costruttori. E, data l’inadeguatezza delle colonnine di ricarica presenti (per tempi, costi e collocazione), sono costose anche per il consumatore. “Già oggi le quote del Diesel si sono notevolmente ridotte e ci si attende che questo tipo di alimentazione, oggetto di attacco mediatico tecnicamente discutibile, diventi di fatto una nicchia riservata a veicoli grandi con necessità di elevate autonomie” ha commentato Dario Duse, managing director di AlixPartners. E ancora, “l’Italia in questo contesto è unica in Europa: la quota del Diesel è storicamente tra le più alte (maggiore del 55%) e il calo del Diesel sembra sia iniziato più tardi e in modo meno marcato. I primi segnali forti risalgono a pochi mesi fa, ma l’attesa di diminuzione rimane confermata”.
Ma l’Italia ha il vantaggio di poter contare su infrastrutture all’avanguardia, per cui il percorso verso la mobilità sostenibile è in discesa. Basta poter contare sugli investimenti necessari per potenziare i punti di ricarica elettrica e per ampliare al massimo la distribuzione dei mezzi. Il diesel non scomparirà del tutto, ma rimarrà appannaggio dei veicoli molto grandi o per percorrere grandi distanze.