Le batterie agli ioni di litio costeranno sempre meno. Lo sostiene una ricerca condotta da Bloomberg (Bloomberg New Energy Finance), multinazionale dei mass media, su una serie di paesi che producono gli accumulatori. O meglio, li producono con enorme profitto, come accade in Cina e in Corea: proprio in territorio coreano si registra infatti la presenza di due aziende leader nel settore della batterie, quali LG e Samsung. E la Cina non ha rivali nel settore, basti pensare che sta già sviluppando una politica ambientale integrata che sia di supporto per la richiesta e la produzione delle batterie.
In Italia non siamo ancora a questi livelli, ma gli analisti sono certi che in tutto il mondo (anche grazie al traino della Cina) ci saranno importanti variazioni nel costo delle batterie agli ioni di litio. La previsione è un abbattimento dei costi del 50% entro il 2030 che si ripercuoterà non solo sulle batterie ma sul mercato degli accumulatori in generale.
Proprio per questo alcune aziende automobilistiche in Europa si stanno già organizzando da tempo per partecipare alla produzione delle batterie, considerata la diffusione su scala mondiale delle auto elettriche, ibride e ibride plug-in.
E’ il caso di Tesla, che insieme a Panasonic ha dato vita a Gigafactory, una vera e propria fabbrica di batterie con sede negli Stati Uniti. Ed è il caso di Daimler AG, che dirige la consociata Deutsche Accumotive nella produzione di batterie per vetture elettriche e ibride.
Quello che si dice giocare d’anticipo visto che il mercato globale evolve verso l’elettrificazione e che le stime parlano di una crescita inarrestabile da qui ai prossimi anni. Perché allora non intervenire direttamente sulla batteria, che incide direttamente sul costo delle auto elettriche, ancora troppo alto?
Ne consegue un guadagno per tutti: per il consumatore che acquista a miglior prezzo e per le aziende che abbattono i costi di produzione e ci guadagnano anche se producono le batterie ‘in casa loro’. Cina docet.