Nuovo lancio direttamente dalla Cina. Stiamo parlando della nuova Zhiji L7, una berlina elettrica che si sta già facendo notare per autonomia, batteria e innovazioni tecnologiche.
Zhiji L7
Prodotta da Zhiji Auto, la nuova berlina nasce dalla collaborazione tra la Zhangjiang Hi-Tech e il gruppo Alibaba. Presentata ufficialmente nella sua versione definitiva, quest’ultima verrà mostrata al pubblico nel salone di Shangai nella settimana tra il 21 e il 28 aprile.
Le linee fluide e aereodinamiche rimandano molto alla Nio E7. Rispetto a quest’ultima, la Zhiji L7 si contraddistingue per il suo sistema di illuminazione intelligente che dispone di ben 2,6 milioni di pixel. Pixel che possono essere utilizzati per mostrare animazioni dinamiche. A tutto questo si aggiunge una guida autonoma di altissimo livello.
Tecnologia e velocità sono due dei tratti distintivi della nuova berlina cinese, poiché in grado di raggiungere i 100 km/h in meno di 4 secondi. Altra novità è data dal fatto che la Zhiji L7 sarà la prima auto elettrica a disporre di una ricarica wireless da 11 KW. Questo vuol dire che in una sola ora sarà possibile raggiungere un’autonomia pari ad 80 km.
La nuova Zhiji L7 sarà immessa nel mercato in due modelli: il primo (ovvero la versione ‘media’) avrà un’autonomia di quasi 700 km con 93 kWh; la seconda invece, sarà in grado di percorrere 1.000 km grazie ad una batteria di 117 kWh. Il veicolo potrà utilizzare due motori elettrici in grado di garantire una potenza di 536 CV.
Parlando dei dettagli, la berlina presenta ben 12 telecamere, 5 radar ad onde millimetriche, 12 radar ad ultrasuoni ed un lidar. A tutto questo si aggiunge un’unità di calcolo della Nvidia che permetterà da 500 a 1.000 trilioni totali di operazioni al secondo.
Dal 1800 alla Zhiji L7: un piccolo excursus storico
Lunga è la strada e la storia rispetto alla creazione di vetture elettriche. La prima auto elettrica infatti nacque nel 1800 ad opera dell’imprenditore scozzese Robert Anderson. Egli fu l’ideatore della prima carrozza elettrica tra il 1832 e 1839 grazie all’aiuto del professore Sibrandus Stratingh. Quest’ultimo progettò infatti una piccola auto elettrica, successivamente costruita dal suo assistente Christofer Becker nel 1835.
Furono i francesi Plantè e Faure a migliorare le batterie, permettendo così lo sviluppo della mobilità elettrica in tutto il mondo, prime tra tutti Francia e Gran Bretagna.
Il 1900 fu un secolo caratterizzato dai motori a combustione. Tuttavia le precedenti vetture detenevano il primato nella velocità e nelle lunghe distanze percorse. Nei primi del ‘900, le vetture elettriche erano ancora le più vedute rispetto a quelle a combustione. Nonostante ciò lo scenario era destinato a cambiare a causa della mancanza di fondi per lo sviluppo delle tecnologie.
Dunque possiamo affermare che il mercato attuale della mobilità elettrica non è che il frutto e il proseguimento del lavoro di coloro che, in tempi non sospetti, hanno creduto nelle sue potenzialità.