In occasione dell’ EICMA 2021, abbiamo deciso di testare in prima persona la fattibilità di compiere un viaggio Roma-Milano in elettrico. Il tutto a bordo della rinnovata Jaguar I-Pace, messaci a disposizione da Jaguar Italia. Dopo più di 1300 km percorsi in due giorni, possiamo finalmente dare una risposta al quesito: si può utilizzare una vettura totalmente elettrica per le lunghe percorrenze? Sì, si può.

L’auto
Ovviamente non tutte le auto elettriche consentono un viaggio del genere, o meglio, in tempi ragionevoli. Ammesso di avere a disposizione tutto il tempo del mondo, si può tranquillamente arrivare a Milano da Roma anche in Smart elettrica. Tutto è prendersela con calma e pianificare con anticipo il viaggio. Va anche detto però che difficilmente le vetture di oggi hanno autonomie inferiori ai 300 km.
Noi abbiamo avuto modo di salire a bordo del crossover del giaguaro che con la sua batteria da 90 KWh e i 470 km di autonomia stimati dalla casa (nel ciclo WLTP), ci ha permesso di effettuare il viaggio in tutta comodità e tranquillità.
Inutile parlare delle prestazioni. I suoi due motori elettrici da 200 CV ciascuno, erogano una coppia totale di 969 Nm. Nonostante non sia un peso piuma (2200 kg), si passa da 0 a 100 Km/h in 4,8 secondi. La versione 2021 dell I-Pace, sfoggia nuove finiture nella griglia anteriore che è ora più aggressiva, con un muso corto e ribassato ed uno stile che ne accentua il carattere sportivo da coupé. Le linee sono sinuose e aerodinamiche. Le maniglie a scomparsa poi, rendono i fianchi ancora più filanti. Costituisce il giusto mix di sportività ed eleganza in pieno stile British che da sempre contraddistingue il marchio.
All’interno sembra di essere in un salotto. Merito sicuramente dei materiali premium eleganti e raffinati ma soprattutto della gestione degli spazi. Come più volte ripetuto infatti, l’assenza delle componenti meccaniche della trasmissione, permette di recuperare moltissimo spazio nell’abitacolo delle elettriche. Questo, assieme al sistema di infotainment altamente tecnologico e connesso, ci ha permesso di ingannare ancor più piacevolmente il tempo, nelle pause di ricarica.

Infine i sistemi di guida autonoma di livello 2 (cruise control adattivo, rilevamento collisioni, camera tridimensionale, assistente di corsia), a nostro parere imprescindibili, sono ben tarati e poco invasivi. Ci hanno permesso di affrontare il viaggio con minor stress e soprattutto in maggior sicurezza.
Il viaggio
Il segreto di ogni viaggio in elettrico è la pianificazione. Per fortuna al giorno d’oggi la tecnologia ci viene in aiuto. Lo stesso navigatore di bordo, o le app dei provider di ricarica più noti, impostate le caratteristiche della vettura in possesso e la destinazione, ci guidano passo passo sul percorso da intraprendere e le soste di ricarica da effettuare, con le relative tempistiche. Anno dopo anno l’infrastruttra di ricarica sul territorio italiano viene potenziata in termini di disponibilità di colonnine e potenza di ricarica e questo facilita sempre più la mobilità elettrica. Solo un paio di anni fa, per il medesimo viaggio, si riscontravano molte più difficoltà nel cercare i punti di ricarica lungo il tragitto e non era raro dover effettuare variazioni di percorso anche molto importanti, per raggiungere una colonnina.
Noi ci siamo affidati all’app ‘nextcharge‘, che riunisce in un’unica app più provider di ricarica e contiene un utilissimo pianificatore di viaggio. Ci è bastato seguire alla lettera le istruzioni per arrivare senza alcun intoppo a destinazione.
Siamo partiti alle ore 5 e 30 di mattina da Roma, con una batteria carica al 95 percento. Con una velocità di crociera pari a 130 km/h in autostrada, abbiamo raggiunto, come da istruzioni, in un paio di ore, l’Outlet di Valdichiana. Abbiamo appurato fin da subito che l’effettiva autonomia della vettura si appresta a circa 300 km in autostrada. Avendone percorsi 200 scarsi, ci è bastato effettuare una sosta di 50 minuti per ripristinare la totale capacità di batteria. Il tempo quindi di una colazione tranquilla, un pit stop al bagno e aver caricato un paio di storie Instagram della nostra pagina. Merito questo delle colonnine Ionity presenti in loco, che permettono una ricarica ultra veloce fino a 350 KW. Avessimo avuto un’auto in grado di sfruttare completamente questa potenza di ricarica, avremmo potuto completare la carica in 15 minuti.
La Jaguar I-Pace può caricare al massimo fino a 100 KW in corrente continua.
Altre due ore e mezza di viaggio e 235 km, nel confort più totale, per giungere presso l’area di servizio Secchia Ovest nei pressi di Modena con il 15 percento di batteria. Seconda e ultima carica. Questa volta un po’ più lunga, quasi un’ora e dieci. Abbiamo fatto il pieno di energia presso le colonnine Ultra Fast di Free to X (potenza max 350 KW). Abbiamo approfittato dell’orario per fare un aperitivo, poi bagno e mezz’ora di lavoro al pc.
Arrivo a Milano fiera per EICMA alle ore 14. Per il pernotto abbiamo scelto una delle tantissime strutture dotate di wall-box/colonnine che ci ha permesso di ripartire il giorno seguente con le batterie cariche.
Le conclusioni
Che dire? Rispetto ad un’ auto tradizionale, abbiamo impiegato un paio di ore in più per il viaggio. Detto francamente però, sono state propio le pause imposte dalla ricarica ad aver reso il viaggio meno pesante. Il tutto è avvenuto senza intoppi, salvo per un imprevisto verificatosi al viaggio di ritorno, quando abbiamo dovuto prolungare di un’ ulteriore ora la sosta di ricarica. La motivazione ? La mancanza di civiltà da parte di un proprietario di un’ auto elettrica che occupava abusivamente la colonnina, nonostante la carica del veicolo fosse completa da ore. Tanto male, ne abbiamo approfittato per fare shopping nell’outlet.
A detta nostra allora, vale la pena prendersi qualche ora in più di tempo, in una vita che è sempre più frenetica, per rilassarsi e magari godere delle sensazioni e del piacere di guida che solo una vettura elettrica può regalare. Qualunque essa sia.
La Jaguar? Nulla da dire. L’abbiamo provata in lungo e in largo, nel traffico, in autostrada e anche sulla neve. L’ I-Pace incarna perfettamente il DNA Jaguar e la maestria artigianale britannica. L’unica nota dolente è il prezzo. Ci vogliono almeno 81.390 euro per guidare una vettura che si lascia apprezzare in tutte le condizioni.

Sono uno studente di ingegneria meccanica con una forte passione per il motorsport e l’automotive. Ho fatto parte di un team di Formula SAE, contribuendo alla progettazione e realizzazione di una monoposto da competizione. Membro del reparto powertrain e tecnico di cella motori, ho avuto esperienza anche come pilota.