Pechino lancia un piano piuttosto ambizioso. La capitale cinese vuole installare oltree 700.000 stazioni di ricarica e 310 battery swap entro il 2025. E questa non è un’ idea, ma quanto messo nero su bianco in un piano che l’amministrazione ha pubblicato in questi giorni.
Secondo il modello cinese non ci sarà bisogno di nuovo spazio, perché le nuove stazione nasceranno sul territorio degli oramai ex distributori di benzina. Secondo questo piano regolatore la città avrà in media un punto di rifornimento per veicoli elettrici ogni 3 chilometri circa. L’ idea in realtà si sta già concretizzando. Ad esempio il colosso petrolifero Sinopec, che conta 30.000 impianti all’attivo si è di recente alleata con NIO. Insieme hanno progettato di evolvere quasi 5.000 proprietà in stazioni di battery swap. Al 15 aprile di quest’anno erano 175 quelle che si erano già rifatte le vesti.
In Cina attualmente sono più di 1 milione e mezzo le stazioni di ricarica pubbliche , di cui 103.002 a Pechino. Sono invece 1.582 le “battery swap stations”. Fra queste, 272 solo nella capitale. A sostituire più batterie di tutti è NIO, con 1.024 stazioni di battery swap, di cui 75 a Pechino e 76 a Shanghai, che ne fanno le città più evoluteda questo punto di vista.
La crescita del mercato cinese delle auto elettriche è stata incoraggiata dai sussidi governativi offerti ai cittadini per incoraggiare il passaggio a vetture a emissioni basse o zero. Dal 2015 al 2020 i sussidi all’acquisto di veicoli a nuove energie (termine che racchiude le auto elettriche pure, le ibride plug-in e quelle a idrogeno) stanziati dal governo centrale di Pechino sono ammontati a 5,1 miliardi di dollari.
Oltre a questi, ci sono gli sgravi fiscali e gli altri incentivi offerti dalle varie province ai produttori di veicoli elettrici per spingerli a installare capacità produttiva sul loro territorio.