Il momento attuale è decisamente cruciale per la mobilità sostenibile, in quanto si stanno sviluppando davvero tante ricerche al fine di ottimizzare la batterie elettriche. Chiaramente le batterie elettriche di un’ auto sono soggette a deperimento. Basti pensare che semplicemente la batteria di un cellulare, ottima non appena viene acquistato il prodotto, ma dopo 5 anni va incontro a un peggioramento delle proprie prestazioni.
Allo stesso modo, la batteria di un’auto elettrica va incontro a un invecchiamento. Visto il costo e l’importanza di questo elemento, vero cuore dei veicoli elettrici, è logico domandarsi cosa succede alla batteria con l’uso e l’invecchiamento.
Occorre prima di tutto ricordare che i battery pack delle automobili durano molto di più di quelli degli smartphone per vari motivi. Al primo posto c’è una sofisticata climatizzazione che mantiene a livello ottimale la temperatura. Ma un ruolo importante è dato dalla grace capacit., Quella capacità presente ma non usata che si palesa nella discrepanza fra la capacità usabile e quella di picco. La Volkswagen ID.4, per esempio, usa 77 kWh di una batteria capace di 82 kWh.
Questa riserva all’inizio non viene utilizzata e quindi l’auto elettrica si porta appresso una pesante batteria che non viene utilizzata totalmente. In pratica quando la batteria appare carica al 100% in realtà non lo è e lo stesso accade quando il misuratore dice ‘0%’. La grace capacity entra gradualmente in azione al degradarsi della batteria principale e quindi man mano che il processo va avanti la carica effettiva della batteria si avvicina sempre di più alla capacità reale residua. In pratica se la batteria nuova era di 100 kWh con una capacità sfruttabile di 80 kWh non si arrivava mai a caricarla al 100% effettivo ma man mano che la perdita di capacità va avanti il 100% si avvicinerà sempre di più alla capacità effettiva.
Quando invecchia ?
Quindi se l’autonomia è quasi invariata, lo stress della ricarica aumenta. Questo perché per immagazzinare quei kWh occorre arrivare al 100% della capacità delle celle. A questo punto, come scrive Battery University, il degrado della batteria diventa più veloce sia perché le ricariche/scariche al 100% e allo 0% effettivi la sollecitano di più sia perché non esiste più una riserva da attivare per compensare la perdita di capacità.
Il grafico qui è riferito a una Tesla con batteria da 85 kWh. Si nota subito l’azione della grace capacity che riesce a mantenere invariata l’autonomia fino a una percorrenza di 152.900 km, Fase 1. Nella Fase 2 si nota il degrado della batteria, che appare piuttosto lento perché a circa 209.000 km l’autonomia si abbassa di circa 21 km. La fase 3 illustra il repentino calo dell’autonomia, valutabile in un 10% .