Il brevetto
Lo scorso aprile Toshihiro Mibe, Presidente e CEO di Honda Motor Co, ha annunciato che la casa giapponese metterà in commercio tre moto elettriche entro il 2024.
Facendo seguito a quanto affermato qualche mese fa è stato depositato un brevetto riguardante il recupero dell’energia in frenata nei veicoli a due ruote. A quanto pare questa tecnologia sarà sfruttata sia nelle moto ibride che nelle elettriche pure.
Il vantaggio di utilizzare il recupero dell’energia per rallentare un motoveicolo è già presente nel mondo delle due ruote, ma nel caso de quo l’innovazione sta nell’utilizzare la ruota anteriore, dove per via dell’inerzia sarà possibile un recupero maggiore rispetto ai sistemi tradizionali.
Come funziona
Il brevetto Honda fornisce energia e rigenerazione a un motore / pompa idraulica di dimensioni compatte collocato direttamente nel mozzo della ruota anteriore.
Il mozzo è composto da fori posizionati come nel tamburo di un revolver, fori attraverso i quali scorre l’olio spinto da pistoni a loro volta mossi da un piatto oscillante. La diversa inclinazione del disco permette di invertire il moto dell’olio in base alla necessità: frenata / rigenerazione o trazione.
La compattezza e il posizionamento dell’apparato influiscono poco sulle masse non sospese, rendendo lo stesso un’innovazione versatile e applicabile in più campi.
Il cambio Badalini
Il suo schema di funzionamento prevede una piastra fissata all’albero motore che supporta dei pistoncini idraulici: dato che la piastra è diagonale essi andranno su e giù, pompando un olio speciale. Tramite un distributore rotante quest’olio arriva a un organo speculare, ovvero un’altra piastra con altri pistoncini che raccolgono l’olio e ne convertono la pressione in energia meccanica. Anche questa piastra è inclinata rispetto all’albero sulla quale è montata – esso è l’albero di trasmissione – ma l’angolo è regolabile e può arrivare a circa 90°. Se l’inclinazione è massima allora l’albero di uscita ruoterà lentamente ma trasmetterà molta coppia, con un comportamento del tutto simile a quello di un cambio meccanico con innestata una marcia bassa. Man mano che la piastra si avvicina alla perpendicolare, il rapporto di trasmissione si allunga, la moto va più veloce anche se la coppia alla ruota è minore. Questo cambio ha anche un dispositivo di blocco che minimizza le perdite quando il rapporto di trasmissione è il più “lungo” che si può avere.
Nel 1962 la Honda fu la prima casa costruttrice a usare il sistema Badalini, innovazione tutta italiana, sul proprio scooter Juno. Successivamente venne utilizzato uno schema di trasmissione simile sulla Honda RC250MA, moto vincitrice del campionato giapponese di motocross nel 1991. Venendo ai giorni nostri l’ultimo adattamento fu realizzato con la Honda Dn-01 e il cambio denominato HFT.